La prima lezione di grammatica
La lingua funziona fondamentalmente in modo automatico.
Uno pensa qualcosa. Il pensiero è pensiero, non sono parole. Se penso che oggi è una bella giornata, il mio pensiero non sono le parole, ma è il concetto. Questo concetto poi si potrebbe esprimere con un’immagine di una bella giornata, con le parole “oggi è una bella giornata”, con la musica, con dei gesti, ecc. Tutto ciò è la codifica, è come il pensiero viene codificato, in termini fisici, in una forma cioè comunicabile.
Dall’altro capo, chi vede l’immagine, o ascolta le parole, o ascolta la musica, ecc, dovrebbe essere in grado di capire il pensiero originale. Sempre che la comunicazione sia fatta bene, e che la persona che la riceve conosca la lingua, o sia in grado di comprendere le immagini o la musica. Questa è la decodifica.
I processi di codifica (dal pensiero alle parole) e di decodifica (dalle parole al pensiero) sono automatici. Quando parliamo codifichiamo in modo automatico. Al massimo, se vogliamo essere attenti alle parole che diciamo, possiamo consapevolmente scegliere una parola o un’espressione piuttosto che un’altra, ma certamente non andiamo a calcolare come mettere in sequenza tutte le parole, come coniugare i verbi, o addirittura come pronunciare le singole lettere dell’alfabeto. Se lo facessimo, non comunicheremmo più quel pensiero, ma staremmo semplicemente facendo un’altra cosa, un esercizio di grammatica.
Lo stesso succede quando decodifichiamo. Quando ascoltiamo qualcuno che parla, non calcoliamo tutte le regole grammaticali in modo da capire come è composta la frase e poi così alla fine arrivare al significato. Comprendiamo quello che viene detto, senza porci tante domande, in modo automatico. Riflettiamo soltanto quando non riusciamo a capire subito, quando c’è qualche parola che ci sfugge, quando c’è qualche ambiguità nell’espressione. Altrimenti è automatico.
Allora, a che serve la grammatica?
Impariamo la grammatica, dopo che abbiamo cominciato ad ascoltare e a parlare, perché conoscendo la grammatica possiamo correggere e migliorare i circuiti automatici di codifica e decodifica. Non è strettamente necessario che studiamo grammatica, siamo in grado di imparare anche solo semplicemente ascoltando molto, duplicando bene, e poi parlando, mettendo in pratica nella nostra comunicazione quello che via via impariamo con l’ascolto.
Ma se vogliamo imparare a comunicare meglio, se vogliamo capire, dobbiamo conoscere le regole della lingua, dobbiamo conoscere le parole, no? Dobbiamo diventare padroni del soggetto.
La prima lezione, in grammatica, come in qualsiasi altra materia, è questa: impara ad osservare.
La comunicazione verbale è composta di parole.
Per capire bisogna conoscere le parole.
Le parole servono per dare un nome a un oggetto, per dare un nome a un’azione, per descrivere come è un oggetto o come si svolge un’azione, per collegare altre parole tra di loro.
Si fa tutto con le parole, perciò ce ne sono di diversi tipi.
Tutte le parole sono dei simboli.
Unendo i simboli tra di loro, in un certo modo, si ottiene un pensiero.
Questa è la prima lezione. Osserva. Esiste il pensiero, ed esistono le parole, che sono simboli del pensiero. Le parole sono forme grafiche e sonore che rappresentano il pensiero. Ogni parola è un pensiero in sè. Combinando le parole si forma e si trasforma il pensiero. Scoprilo!
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